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Autechre

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Gli Autechre si sono imposti rapidamente fra i massimi protagonisti della nuova dance-music ambientale.
Autechre 444

Sean Booth e Rob Brown, due disc jockey della scena techno di Manchester, sono fra i protagonisti del genere senza canto ispirato alla musica elettronica soffice ed eterea degli anni '70 che ha preso il sopravvento nei rave. Le loro composizioni non usano canto o strumenti convenzionali, ma collage di battiti e accordi. Gli Autechre esordirono con l'EP Lego Feet (1991 - Skam, 2012), ristampato vent'anni dopo in versione estesa di 70 minuti, e con l'EP Cavity Job (Hardcore, 1991), contenente Cavity Job e Accelera 1 & 2.

I riferimenti di Incunabula (Warp, 1993) sono infatti i tardi Tangerine Dream e il Brian Eno dell'impressionismo synth-pop, quando non la musica classica indiana e l'hip hop. Il ritmo sudamericano e le metamorfosi robotiche del singolo Basscadet non cambiano un'equazione che e' fondamentalmente priva di variabili. In alternativa agli stili dominanti, tutti piu` o meno di stampo alieno-futurista, gli Autechre propongono un sound tenue e dimesso, organico invece che meccanico, plastico invece che monolitico, come annunciato fin dall'inizio con l'elettronica soffusa e le ritmiche suadenti di Kalpol Introl. E` un'ideologia che si sublima nel techno vellutato di Bike, in cui ogni vortice minimalista e` calibrato con manieristica precisione. Le cadenze mutano in continuazione, passando senza traumi dai balletti piu` effervescenti alle pause piu` austere. Cio` che conta e` la radiazione di sottofondo, quasi sempre fievole e talvolta impercettibile. 444 cambia un po' le regole del gioco, lasciando che il drone di fondo (un organo glaciale) si avviti alle evoluzioni sensuali di un sintetizzatore, proponendo cosi` una terza via alla trance che fonde la Music For Airports di Eno e la Rainbow In Curved Air di Terry Riley.
Il duo raramente tenta il gotico, anche se con una variante minima il suono diventa sinistro, come dimostrano i borboglii minacciosi e metronomie metalliche di Bronchus 2 e soprattutto le onde malinconiche e i poliritmi sincopati di Doctrine.
La loro prassi ha poco in comune con l'ambientale moderna. Semmai ricorda i primi incerti esperimenti della musica popolare elettronica. Il tempo lievemente jazzato, la melodia iterata e il cupo drone di sottofondo di Eggshell (forse il brano piu` accessibile ed elegante) riportano alla memoria la Tonto's Head Expanding Band. Altrettanto 'antiquata' e classica suona la mezza cantabilita` di Lowride, i suoi carillon metallici e le sue frenesie africane.
La musica sottomarina di Aut Riche rappresenta uno dei vertici di sofisticazione: una specie di coro gregoriano viene lasciato fluttuare fra le galassie mentre si sussegue una sequenza di assoli jazzati alle tastiere, ogni volta in un timbro diverso, e sempre un timbro un po' 'acido'. Il preziosismo in fatto di campionamenti, loop e droni trionfa invece in Windwind, forse il capolavoro tecnologico del disco, la cui complessita` interiore viene mimetizzata dietro una superficie levigatissima.
Il tono distaccato e nonchalant con cui il duo esegue le sue composizioni si insinua fra le maglie della psiche. Il duo e` soprattutto interessato alle qualita` tonali dei suoni, che vengono alterate in continuazione per creare un senso di stordimento, di crollo dell'orientamento, di mancanza di punti di riferimento. La loro e` musica per 'chill out room' piu` che per discoteche.

Gli Autechre si sono imposti rapidamente fra i massimi protagonisti della nuova dance-music ambientale.

Autechre's second career, best represented by LP5 (1998) and Confield (2001), was about dissonance, icy ambience, irregular rhythm and non-linear development. Both careers were characterized by austere, meticulous, intricate sound design. Autechre's tracks often seemed labyrinthine mirages: the closer one went, the more lost one felt.

Autechre

Sean Booth e Rob Brown, due disc jockey della scena techno di Manchester, sono fra i protagonisti del genere senza canto ispirato alla musica elettronica soffice ed eterea degli anni '70 che ha preso il sopravvento nei rave. Le loro composizioni non usano canto o strumenti convenzionali, ma collage di battiti e accordi. Gli Autechre esordirono con l'EP Lego Feet (1991 - Skam, 2012), ristampato vent'anni dopo in versione estesa di 70 minuti, e con l'EP Cavity Job (Hardcore, 1991), contenente Cavity Job e Accelera 1 & 2.

I riferimenti di Incunabula (Warp, 1993) sono infatti i tardi Tangerine Dream e il Brian Eno dell'impressionismo synth-pop, quando non la musica classica indiana e l'hip hop. Il ritmo sudamericano e le metamorfosi robotiche del singolo Basscadet non cambiano un'equazione che e' fondamentalmente priva di variabili. In alternativa agli stili dominanti, tutti piu` o meno di stampo alieno-futurista, gli Autechre propongono un sound tenue e dimesso, organico invece che meccanico, plastico invece che monolitico, come annunciato fin dall'inizio con l'elettronica soffusa e le ritmiche suadenti di Kalpol Introl. E` un'ideologia che si sublima nel techno vellutato di Bike, in cui ogni vortice minimalista e` calibrato con manieristica precisione. Le cadenze mutano in continuazione, passando senza traumi dai balletti piu` effervescenti alle pause piu` austere. Cio` che conta e` la radiazione di sottofondo, quasi sempre fievole e talvolta impercettibile. 444 cambia un po' le regole del gioco, lasciando che il drone di fondo (un organo glaciale) si avviti alle evoluzioni sensuali di un sintetizzatore, proponendo cosi` una terza via alla trance che fonde la Music For Airports di Eno e la Rainbow In Curved Air di Terry Riley.
Il duo raramente tenta il gotico, anche se con una variante minima il suono diventa sinistro, come dimostrano i borboglii minacciosi e metronomie metalliche di Bronchus 2 e soprattutto le onde malinconiche e i poliritmi sincopati di Doctrine.
La loro prassi ha poco in comune con l'ambientale moderna. Semmai ricorda i primi incerti esperimenti della musica popolare elettronica. Il tempo lievemente jazzato, la melodia iterata e il cupo drone di sottofondo di Eggshell (forse il brano piu` accessibile ed elegante) riportano alla memoria la Tonto's Head Expanding Band. Altrettanto 'antiquata' e classica suona la mezza cantabilita` di Lowride, i suoi carillon metallici e le sue frenesie africane.
La musica sottomarina di Aut Riche rappresenta uno dei vertici di sofisticazione: una specie di coro gregoriano viene lasciato fluttuare fra le galassie mentre si sussegue una sequenza di assoli jazzati alle tastiere, ogni volta in un timbro diverso, e sempre un timbro un po' 'acido'. Il preziosismo in fatto di campionamenti, loop e droni trionfa invece in Windwind, forse il capolavoro tecnologico del disco, la cui complessita` interiore viene mimetizzata dietro una superficie levigatissima.
Il tono distaccato e nonchalant con cui il duo esegue le sue composizioni si insinua fra le maglie della psiche. Il duo e` soprattutto interessato alle qualita` tonali dei suoni, che vengono alterate in continuazione per creare un senso di stordimento, di crollo dell'orientamento, di mancanza di punti di riferimento. La loro e` musica per 'chill out room' piu` che per discoteche.

Gli Autechre si sono imposti rapidamente fra i massimi protagonisti della nuova dance-music ambientale.

Autechre's second career, best represented by LP5 (1998) and Confield (2001), was about dissonance, icy ambience, irregular rhythm and non-linear development. Both careers were characterized by austere, meticulous, intricate sound design. Autechre's tracks often seemed labyrinthine mirages: the closer one went, the more lost one felt.

Autechre Tri Repetae

  • Available Now via WARP.
  • SIGN by Autechre, released 16 October 2020 1.
  • Autechre use many different digital and analog synthesizers, samplers, and drum machines in their production. They are also heavily involved with the Gescom collective.
  • Autechre Articles and Media. Popularized by the likes of Boards of Canada in the ‘90s, IDM is marked by tangled robot rhythms and twisted timbres—as well as a surprising amount of tear-jerking.

Sean Booth e Rob Brown, due disc jockey della scena techno di Manchester, sono fra i protagonisti del genere senza canto ispirato alla musica elettronica soffice ed eterea degli anni '70 che ha preso il sopravvento nei rave. Le loro composizioni non usano canto o strumenti convenzionali, ma collage di battiti e accordi. Gli Autechre esordirono con l'EP Lego Feet (1991 - Skam, 2012), ristampato vent'anni dopo in versione estesa di 70 minuti, e con l'EP Cavity Job (Hardcore, 1991), contenente Cavity Job e Accelera 1 & 2.

Autechre Sign

I riferimenti di Incunabula (Warp, 1993) sono infatti i tardi Tangerine Dream e il Brian Eno dell'impressionismo synth-pop, quando non la musica classica indiana e l'hip hop. Il ritmo sudamericano e le metamorfosi robotiche del singolo Basscadet non cambiano un'equazione che e' fondamentalmente priva di variabili. In alternativa agli stili dominanti, tutti piu` o meno di stampo alieno-futurista, gli Autechre propongono un sound tenue e dimesso, organico invece che meccanico, plastico invece che monolitico, come annunciato fin dall'inizio con l'elettronica soffusa e le ritmiche suadenti di Kalpol Introl. E` un'ideologia che si sublima nel techno vellutato di Bike, in cui ogni vortice minimalista e` calibrato con manieristica precisione. Le cadenze mutano in continuazione, passando senza traumi dai balletti piu` effervescenti alle pause piu` austere. Cio` che conta e` la radiazione di sottofondo, quasi sempre fievole e talvolta impercettibile. 444 cambia un po' le regole del gioco, lasciando che il drone di fondo (un organo glaciale) si avviti alle evoluzioni sensuali di un sintetizzatore, proponendo cosi` una terza via alla trance che fonde la Music For Airports di Eno e la Rainbow In Curved Air di Terry Riley.
Il duo raramente tenta il gotico, anche se con una variante minima il suono diventa sinistro, come dimostrano i borboglii minacciosi e metronomie metalliche di Bronchus 2 e soprattutto le onde malinconiche e i poliritmi sincopati di Doctrine.
La loro prassi ha poco in comune con l'ambientale moderna. Semmai ricorda i primi incerti esperimenti della musica popolare elettronica. Il tempo lievemente jazzato, la melodia iterata e il cupo drone di sottofondo di Eggshell (forse il brano piu` accessibile ed elegante) riportano alla memoria la Tonto's Head Expanding Band. Altrettanto 'antiquata' e classica suona la mezza cantabilita` di Lowride, i suoi carillon metallici e le sue frenesie africane.
La musica sottomarina di Aut Riche rappresenta uno dei vertici di sofisticazione: una specie di coro gregoriano viene lasciato fluttuare fra le galassie mentre si sussegue una sequenza di assoli jazzati alle tastiere, ogni volta in un timbro diverso, e sempre un timbro un po' 'acido'. Il preziosismo in fatto di campionamenti, loop e droni trionfa invece in Windwind, forse il capolavoro tecnologico del disco, la cui complessita` interiore viene mimetizzata dietro una superficie levigatissima.
Il tono distaccato e nonchalant con cui il duo esegue le sue composizioni si insinua fra le maglie della psiche. Il duo e` soprattutto interessato alle qualita` tonali dei suoni, che vengono alterate in continuazione per creare un senso di stordimento, di crollo dell'orientamento, di mancanza di punti di riferimento. La loro e` musica per 'chill out room' piu` che per discoteche.





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